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Nel piccolo paese contadino della campagna campana dove l'Italia è solo un'eco lontana, dove la guerra è solo un accadimento che può cambiare la vita di chi vi partecipa, la storia resta ai margini della ricchezza e della sopraffazione. Filomena Cerrato non è andata a scuola, non sa leggere e scrivere, ma è un passo avanti in confronto alle altre donne del paese. È bella e testarda e non si rassegna al maschilismo e al potere. Il dialetto napoletano, poi, ne è la lingua madre e nei discorsi diretti rende sicuramente meglio qualsiasi stato d'animo, focalizzando tempi e modi, dando spessore al racconto, facendoti sentire non un semplice lettore, ma personaggio attivo dei fatti narrati.